Tavolo tecnico dell'Ambiente e territorio

21 marzo: giornata mondiale delle foreste

Le foreste rivestono un ruolo chiave per l’intero ecosistema. Contribuiscono a ridurre gli effetti del cambiamento climatico e delle catastrofi naturali, preservano la biodiversità e forniscono legname, materia prima più utilizzata dall’uomo. Per questo il 21 marzo 2012 è stato istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la Giornata Internazionale delle Foreste, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo al valore inestimabile che foreste e boschi ricoprono e sui danni che la deforestazione sta causando. Negli ultimi 30 anni la superficie forestale a livello mondiale si è ridotta di oltre 420 milioni di ettari (superficie paragonabile all’Unione Europea) con conseguente perdita di servizi ecosistemici , intensificazione degli eventi atmosferici catastrofici, deterioramento ed erosione del suolo che portano a desertificazione. L’impatto non si registra solo a livello climatico, ma anche sociale e culturale con effetti sulla salute dell’uomo e la perdita di popolazioni indigene.

Al contrario, in Italia, con il suo paesaggio variegato e ricco di biodiversità, si vanta una notevole estensione di foreste che costituiscono un patrimonio naturale di inestimabile valore. I risultati dell’ultima indagine ISPRA rivelano un incremento del 28% dal 1985 al 2015, raggiungendo così a coprire il 37% del territorio nazionale. 

La Giornata Internazionale delle Foreste ci offre l’opportunità di rinnovare il nostro impegno per proteggere e preservare queste risorse naturali. Nel 2024, con il tema “Foreste ed innovazione” si vuole porre l’accento sull’importanza di una interazione tra conservazione forestale ed innovazione tecnologica. Risulta infatti fondamentale utilizzare e sperimentare nuove tecnologie che permettano di monitorare e conservare i polmoni del nostro pianeta. Ad esempio, vengono utilizzati droni automatizzati per il ripristino delle foreste: mappando il territorio si individuano i posti più adeguati per la semina, per poi sparare i baccelli precedentemente germinati nel terreno. Con questa metodologia è possibile raggiungere i posti più impervi e vengono ridotti notevolmente i tempi di piantumazione.